Cosa è la kinesiografia

La kinesiografia (KS) è una analisi strumentale dei movimenti mandibolari eseguita virtualmente a bocca vuota con riferimento il mento. Infatti all’interno di essa è presente solo un piccolo magnete sotto agli incisivi inferiori. Esternamente un leggero caschetto supporta due speciali antenne destra e sinistra che leggono il movimento tridimensionale del magnete con una risoluzione di 0,1 mm. Questo permette di vedere l’andamento dei movimenti mandibolari lenti e in velocità, sia in apertura/chiusura, che durante la masticazione e la deglutizione senza alcuna interferenza. Non fornisce dati angolari delle articolazioni.

Cosa è la elettromiografia

La elettromiografia (EMG) è una analisi strumentale della attività muscolare. Assolutamente non invasiva, in gnatologia si usa quella di superficie per mezzo di piccoli elettrodi simili a quelli della ECG. Gli elettromiografi più evoluti hanno almeno 8 canali per visualizzare in contemporanea 4 muscoli per lato, di norma i muscoli temporali, masseteri, trapezi, digastrici o sternocleidomastoidei. Questo permette di valutare molte cose sullo stato di benessere e di funzione del sistema testa-collo. EMG a riposo indica lo stato tensionale abituale del muscolo mentre l’attivazione in serramento lo squilibrio occlusale e in deglutizione il funzionamento di questo atto fisiologico. L’analisi si esplica normalmente leggendo i microvolt di attivazione ma possono anche essere analizzati i campi di frequenza contrattile del muscolo e evidenziare in particolari modi le aree di precontatto.

Cosa è la condilografia

La condilografia è un esame strumentale dei movimenti mandibolari con riferimento le articolazioni. Fornisce dati anatomici sulle problematiche articolari nonché il centro di rotazione di queste articolazioni e i dati angolari delle stesse. Utilissimo per fornire dati agli articolatori (i replicatori dei movimenti mandibolari) e poterli tarare il più vicino possibile al funzionamento individuale della mandibola del paziente. Necessita di un archetto che si fissa sui denti e di una estensione esterna che va a “scrivere” con dei pennini (meccanici o elettronici) su delle piastrine situate esternamente a livello delle articolazioni.

Cosa è la TENS

La t.e.n.s. (stimolazione elettrica neurale transcutana) è un apparecchio di stimolazione elettrica ad impulsi dei muscoli. In gnatologia si utilizza la ultra bassa frequenza (ULF) per rilassare i muscoli e riossigenarli. Gli impulsi sono trasmessi attraverso elettrodi adesivi simili a quelli dell’ECG. Le migliori sono a 4 canali. I primi due (dx e sx) stimolano il V e VII paio nervi cranici (Trigemino e Facciale) per una stimolazione di Temporali, Masseteri e altri muscoli facciali. Gli altri due il XI paio di nervi cranici (n. accessorio), che innerva Trapezi e Sternocleidomastoidei. Permette una normalizzazione muscolare che aiuterà nella ricerca di una occlusione dentale equilibrata.

Cosa è l’arco facciale

L’arco facciale è uno strumento di registrazione della posizione delle articolazioni della mandibola (condili) rispetto alla arcata dentale superiore. Utile per posizionare “la bocca” del paziente sull’articolatore nel modo più simile possibile, pur se con approssimazione. Migliora nettamente la ripetibilità dei movimenti mandibolari in laboratorio durante la modellazione dei denti rispetto al fornire solamente le impronte dentali.

Cosa è l’articolatore

L’articolatore è il “replicatore” della bocca del paziente in laboratorio. A seconda del suo livello di sofisticazione e delle informazioni fornite dall’odontoiatra, permette la riproduzione sempre più accurata dei movimenti individuali del paziente. Utilissimo per poter modellare i denti nel modo meno “interferente” possibile e quindi più fisiologico per quel paziente. Assimiliamolo al sarto: confezionare un vestito su misura con le misure del paziente invece di fornirlo con un taglio standard che potrebbe non andar bene o addirittura non essere assolutamente adatto.

Cosa sono i bite

I bite sono degli apparecchi che si mettono in bocca per modificare e correggere il rapporto di combaciamento fra denti superiori e inferiori. Hanno diverse funzioni a seconda degli obbiettivi che si prefiggono e esistono molte scuole di pensiero che idealizzano tipologie differenti. In pratica servono per eliminare eventuali interferenze dentali patologiche, per modificare la posizione scheletrica disfunzionale fra mandibola e cranio e per cercare di ridare una funzione perduta a causa di adattamenti ai cambiamenti intervenuti sui denti (perdita, affollamento, incastro errato). Inoltre servono per ridare supporto alle articolazioni ammalorate, assimilabile alla funzione di un tutore su un ginocchio. Infine possono fungere da protezione nei casi di bruxismo, digrignamento e serramento dentale. I fogli di plastica stampati sui denti NON SONO bite terapeutici, perché non fanno altro che riprodurre quanto è presente sotto di loro, rialzando solo appena un poco l’occlusione.

Cosa sono le OSAS o apnee notturne

Le OSAS (Obstructive Sleep Apnoea Syndrome – Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno) sono l’espressione di una diffusa e sommersa patologia respiratoria che avviene durante il sonno. Il paziente smette di respirare per diverso tempo e ha continui microrisvegli che gli permettono di tirare un sospirone e respirare di nuovo, per poi ancora riaddormentarsi e ricominciare questo circolo vizioso. Il paziente che russa continuamente, sta respirando, il paziente che sta in silenzio e ogni tanto fa una forte russata, va in apnea durante i silenzi. Si analizzano con particolari strumenti che eseguono una polisonnografia notturna e registrano tutti gli eventi collegati, misurando respirazione, battito cardiaco, saturazione ossigeno ecc. L’indice di apnea prende il nome  AHI (Apnoea Hypopnea Index) che “conta” quanti eventi, in una ora, hanno la caratteristica di un arresto del respiro, di almeno 10 sec. associati a un calo della saturazione del 3%. La scala indica fra 5 e 15 Osas lieve, fra 15 e 30 Osas moderata e oltre 30 Osas grave. I pazienti affetti da questa sindrome, proporzionalmente alla gravità, sono a rischio di colpi di sonno, infarto e Ictus.

Cosa c’entrano le cefalee con la gnatologia

Non tutte le cefalee sono correlabili a problemi gnatologici ma alcune loro tipologie molto frequenti, la muscolotensiva e le cervicogenica, possono avere stretta correlazione. Infatti i problemi gnatologici si irradiano inevitabilmente sulla muscolatura di testa e collo sia per squilibri muscolari e sia per posizioni adattative viziate della testa. Questi adattamenti muscolari da intendersi come contrazioni croniche, possono determinare cefalee. Non solo, ma alcune problematiche anatomiche se si associano con i disordini temporomandibolari, possono essere la causa delle cefalee.

Cosa c’entra la postura con la gnatologia

Ci possono essere molteplici spiegazioni, dalle più semplici alle più “esoteriche” ma in pratica, semplicemente, possiamo assumere che il corpo si comporta come una tensostruttura, una sorta di ragnatela (i muscoli). Ogni volta che tiriamo un filo della ragnatela (contraiamo un muscolo), questa, per forza di cose, si deforma e si adatta al nuovo equilibrio tensionale. I muscoli che partecipano con il sistema gnatologico sono almeno 64 e coinvolgono tutto il comparto di testa e collo fino alle clavicole (la ragnatela gnatologica). Ma noi siamo bipedi e dobbiamo mantenere costantemente un equilibrio. Il capo è la parte corporea con il più alto peso specifico ed è situato alla sommità del corpo, come un fiammifero messo in piedi. Ogni contrazione cronica muscolare del sistema gnatologico, indotta da un adattamento, genera la deformazione della famosa ragnatela e la modificazione della posizione della testa e/o delle spalle che, inevitabilmente, si riflette su tutto il sistema corporeo, per mantenerci dentro un baricentro di equilibrio. Semplicemente se immaginiamo un capo anteriorizzato, pensiamo subito che il peso corporeo si sposterà in avanti aumentando il carico sull’avampiede. Il cervello corregge la situazione cambiando l’atteggiamento delle gambe e della colonna, cambiando lordosi e cifosi, per riportare la situazione dentro un baricentro di equilibrio, altrimenti cadremmo in avanti. Naturalmente non è tutto qui ma questo semplice esempio può rendere l’idea della correlazione.

Cosa c’entra lo sport con i bite

Proprio come sopra con la posturologia, la “ragnatela” deformata da contrazioni posturali croniche indotte dalla occlusione, può andare ad alterare l’efficienza muscolare contrattile, a causa della relazione fra agonista ed antagonista. Se quest’ultimo è “obbligato” a essere molto contratto, interferirà sulla attivazione del suo agonista riducendone l’efficienza. Naturalmente non tutto viene dalla occlusione dentale, ma se in questo settore non c’è equilibrio, lo trasmetteremo almeno anche ai distretti muscolari limitrofi. Ecco perché molti sportivi, anche e soprattutto di altissimo livello, utilizzano bite ad hoc per la ottimizzazione del rendimento sportivo

Cosa c’entrano le orecchie con la gnatologia

Le articolazioni della mandibola sono situate molto vicine al condotto uditivo esterno dell’orecchio. Alcuni muscoli del sistema auricolare, soprattutto i peristafilini, che controllano l’apertura delle tube di Eustachio necessarie alla compensazione timpanica, lavorano in sinergia con i muscoli mandibolari. Se i muscoli gnatologici vanno in contrazione cronica, spesso lo fanno anche quelli dell’orecchio interno e bloccano la possibilità di compensazione, generando il fastidio di avere la sensazione di un orecchio tappato, che non si stappa. Ci possono essere anche altri tipi di problematiche, come la compressione di un fascio nervoso, che può generare cefalee temporali, microvertigini e sensazione di acqua che cola nell’orecchio. Queste sintomatologie prendono il nome di Sindrome di Costen, dall’Otorino che le ha individuate per primo almeno 80 anni fa. Molte altre correlazioni possono essere presenti, come ad esempio, una deglutizione anomala e ancora tante altre motivazioni.